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Il professore Egidio Siviglia nasce ad Acquamela di Baronissi il 16 dicembre 1936. Frequenta la scuola dell’obbligo in collegio a Baronissi prima e a Bracigliano poi. Ad appena 17 anni, nel 1953, veste il saio francescano, con una cerimonia al Convento di Serino. Dopo un anno di noviziato, emette i voti temporanei. Intanto, nel 1954-55, compie gli studi di filosofia, primo e secondo liceo, nel Convento di S. Maria degli Angeli, a Nocera Inferiore, mentre, nel 1955-56, compie gli studi del terzo liceo nel Convento di Serino.
Successivamente, negli anni 1956-61, studia teologia a Nocera Inferiore ed intanto, nel 1960, emette i voti solenni nello stesso Convento. Quindi, nel 1961, viene inviato a Salerno, Convento Sacro Cuore, dove compie un anno pastorale. L’anno seguente viene trasferito a Bracigliano, come vicedirettore dei fratini. Da privatista, consegue il diploma di maturità classica presso il liceo di Agropoli e quindi si iscrive al corso di Lettere e filosofia all’ Università Federico Secondo di Napoli, dove consegue la laurea.
Nel 1965 viene trasferito a Baronissi, dove assume l’incarico di vicedirettore del Convitto. L’anno dopo, nel luglio del 1966, viene nominato padre Superiore del Convento di Pollica e, nell’ottobre dello stesso anno si dimette dall’incarico. Si trasferisce allora nel Convento di Serino, dove ricopre l’ufficio di parroco dall’ottobre 1966 all’agosto del 1971, nelle frazioni di San Sossio e Sala di Serino. Nel 1971 viene trasferito ancora a Baronissi, dove ricopre nuovamente l’incarico di vicedirettore dei fratini.
Nel 1980 arriva la nomina a Padre Guardiano a Baronissi, ma lascia l’incarico dopo tre mesi. Tre anni dopo arriva al Convento di Mercato San Severino, ma vi resta solo pochi mesi perché viene trasferito al Convento di Capaccio. Nel 1985 subisce un intervento agli occhi presso l’ospedale Agostino Gemelli, a Roma. Trascorre la convalescenza nel Convento di Materdomini, in Nocera Superiore, Salerno. L’anno dopo, agosto 1986, ormai ristabilito, torna al Convento di Serino. La permanenza in tale Convento è di breve durata; infatti, nel novembre dello stesso anno, fa ritorno a Materdomini, dove rimane sino al suo passaggio al cielo.
La vita lavorativa nel mondo esterno gli procura tante soddisfazioni; vincitore del concorso a Preside di Scuola Media inferiore, assume l’incarico di Preside della Scuola Media Statale di Episcopio, nella città di Sarno, provincia di Salerno. Il 27 dicembre 2009 riceve, dalle mani del Presidente della Repubblica l’onoreficenza di Cavaliere del lavoro, per le particolari benemerenze nel campo dell’insegnamento.
Nel 2002 entra a fare parte dell’OSMTJ, Ordine Sovrano e Militare del Tempio di Gerusalemme. Veste così il mantello dell’Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo, come erano chiamati i Templari, durante una cerimonia ufficiale. Il Priore Generale dell’Ordine dell’epoca, lo nomina Cavaliere Templare e successivamente, Cancelliere Generale dell’Ordine italiano.
FESTA DI SAN GIOVANNI NAPOLI - MASCHIO ANGIOINO)
24 GIUGNO 2004
BREVE RIFLESSIONE
Questa cerimonia cade in onore di due santi importanti, San Giovanni Evangelista e san Giovanni Battista. I Cavalieri Templari hanno entrambi i santi come patroni e, in questa circostanza, i Cavalieri, che conoscono bene le difficoltà della vita, si raccomandano al Signore e per l’intercessione del discepolo prediletto san Giovanni, il battezzatore, chiedono al Signore l’aiuto che li possa mantenere forti, leali, giusti, santi. Questo proposito lo si rinnova ogni sei mesi. Ora celebriamo questa ricorrenza sperando che il Signore ci faccia riflettere su un fatto importante della nostra vita. Qual è questo fatto? Ognuno di noi prepotentemente ha chiesto al Signore chissà quante volte di essere felice, di godere di buona salute, di stare tranquilli, in pace con sé stesso e gli altri. Purtroppo, la fragilità umana non consente a nessuno di vivere bene ed in pace. Quest’oggi allora ci raccomandiamo a San Giovanni. Di questo santo ho notato una cosa; il Signore, dopo la caduta di Adamo aveva predeterminato, aveva volto lo sguardo alla salvezza dell’uomo ed aveva pensato all’incarnazione di suo Figlio.
Tale incarnazione, preordinata sin dall’eternità, è stata annunciata dai profeti nel Vecchio Testamento; infatti, mi ero ripromesso di leggere qualcosa, ma ci sono tante cose da fare, mi limito all’essenziale. I profeti, parlando a nome di Dio, (da qui il termine profeti), ci hanno fatto capire che la nostra vita è preordinata dall’alto. Qualcuno potrebbe obiettare: dov’è la nostra libertà? La nostra libertà è come quella del treno: in prossimità di una stazione ci sono tanti binari, possiamo scegliere un binario o l’altro, andare verso il Nord o verso il Sud, verso destra o sinistra, però, l’essenziale è che il treno proceda sui binari. Altrimenti deraglia. Così è l’essere umano, la nostra libertà è condizionata dalla rettitudine morale, poggiata su Dio stesso. La moralità, che ci viene da Dio, è fare il bene e di evitare il male. Data la nostra fragilità non sempre riusciamo a fare ciò, per questo ci appoggiamo sulla presenza dei santi nella nostra fede, affinché possano dare a ciascuno di noi l’aiuto essenziale che ci faccia rispettare i nostri simili, amare Dio e praticare la giustizia.
Il vincolo della fratellanza passa attraverso tali cose, anche la vita di coppia passa attraverso questo canale importante, poggiato sul rispetto, che inizia dall’amore di sé, si trasferisce sull’amore dell’altro e si diffonde negli altri. Questa dovrebbe essere la via giusta per tutti. Ora accenderemo un lumino. Cosa chiederemo al Signore? Non è facile chiedere, infatti, ognuno crede che nel momento contingente si abbia bisogno di qualcosa di particolare, ma ciò che chiediamo oggi sarà propria la cosa giusta? La cosa vera? La cosa essenziale che manca alla nostra vita? Francamente io se dovessi dare una risposta non lo saprei. Però, tenuto conto che il profeta Isaia ci dice queste cose, gli Atti degli Apostoli, parlando di Giovanni il Battista lo indicano come il precursore del Signore, colui che ha attuato la giustizia nella propria vita, rischiando anche la propria testa, cosa è giusto che chiediamo a San Giovanni oggi? Posso esprimere il mio pensiero e mi limito all’essenziale: la buona salute, la grazia di Dio, un’amicizia sincera, il resto lo farà il Signore. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Maria ci insegna le sue virtù
per andare al Signore